Alla memoria transgenerazionale e alla memoria della vita uterina si incorpora il ricordo della nostra prima infanzia a partire dalla nascita e durante la fase iniziale della nostra vita, in base a tutto ciò che sentiamo, sperimentiamo, osserviamo e apprendiamo dall’ambiente familiare e dai nostri genitori, sia che esso si riferisca al loro rapporto di coppia, sia che si riferisca al rapporto che mantengono con noi, congiuntamente o separatamente. L’ambiente familiare e la relazione affettiva tra genitori e con i genitori sono essenziali per lo sviluppo del bambino perché costituiscono il primo riferimento che viene assimilato, con ripercussioni successive sui rapporti affettivi della vita adulta. L’ambiente ci condiziona e segnerà aspetti tanto importanti quali la nostra affettività, autostima e fiducia nei confronti degli altri.
Le ferite emotive più traumatiche che riceviamo durante tutta la vita sono precisamente quelle che ci feriscono nella fase uterina e nella prima infanzia.
Nei primi anni di vita ci manca l’esperienza e la capacità di comprendere e gestire le circostanze scatenate da ciò che ci disturba: sentiamo semplicemente l’assenza, la distanza o la mancanza affettiva da parte dei genitori. Questo ci provoca ferite emotive che probabilmente nessuno in seguito curerà, sebbene potrebbero durare per sempre nel nostro inconscio.
Il ruolo materno plasma la nostra sensibilità, mentre il ruolo paterno la forza e la sicurezza. Da come i nostri genitori rappresenteranno questi ruoli dipenderà il nostro processo di maturazione e il tipo di vincoli affettivi che manterremo all’interno del clan e al suo esterno durante la vita adulta, perché possono sorgere proiezioni inconsce verso la coppia con un intento non cosciente di sanare quelle ferite che continuano a restare aperte sin dall’infanzia.
Spesso non conosciamo il nostro potenziale e le nostre risorse interne a causa delle convinzioni assunte all’inizio della vita o perché non abbiamo mai osato o ci è stato impedito di usare le nostre capacità.
Quando all’ interno del clan o della famiglia di appartenenza ci viene assegnato un ruolo e ci fanno credere che assolverlo sia il nostro vero ed unico scopo è possibile che non scopriremo mai la nostra vera identità e il nostro potenziale.
Comprendere le ferite emotive impresse nell’infanzia e l’impronta che hanno lasciato nel nostro inconscio ci consente di acquisire il livello di consapevolezza necessario per chiarire quali modelli, codici e progetti abbiamo assimilato dai genitori e dall’ambiente familiare, per comprendere pienamente noi stessi come non abbiamo mai fatto prima d’ora. A partire da qui possiamo liberarci dai legami e prendere il controllo della nostra vita.